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SPETTACOLI

 

“¿META!”

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con: Alice Faella, Elisa Bagni, Davide Procino

Testi: SbilanciArti

Regia e supervisione drammaturgica: Esteban Dalisà

 

Età consigliata: 10-15

 

Una storia che parla di amicizia e lealtà, di diversità e unicità, ma anche di tradimento, giudizio e discriminazione.

Sara, Marco e Giulia, i tre protagonisti adolescenti, sono appassionati di football americano e si ritrovano sulla scena a giocare la loro partita più importante: salvare la loro amicizia.

Tre caratteri estremamente diversi: Sara, additata da sempre come “Cicciona!” convive con il giudizio e le offese dall’inizio della scuola, Marco, compagno maturo e sensibile, ha le idee chiare sulle relazioni e sui valori che contano per lui e per la società e infine Giulia, intelligente, curiosa e grande appassionata di libri che ogni giorno però si scontra con l’idea di essere sbagliata agli occhi degli altri e desidera ardentemente di riuscire ad apparire finalmente “giusta”.

 

La squadra, metafora della loro amicizia, diviene elogio della forza delle diversità e mette subito in luce quanto siano importanti il rispetto e la cura nelle relazioni. L’equilibrio viene presto minato da una compagna   che incarna alcuni tra i più dannosi disvalori che affliggono la nostra società: la discriminazione, la lipofobia, e la superficialità nei rapporti umani.

Una gara quindi ad accaparrarsi consensi e popolarità, una gara ad arrivare per primi a fare “meta”.

 

Uno spettacolo per far riflettere i ragazzi sull’importanza dei legami sani e leali, sulla ricerca della propria unicità e soprattutto sulla libertà di essere se stessi rispettando corpi e vissuti diversi dal proprio.

 

L’interesse verso gli studi sullo stigma del peso nasce grazie all’amicizia e alla stretta collaborazione con il pedagogista e scrittore fiorentino Francesco Baggiani. Il suo libro “P(r)eso di mira – Pregiudizio e discriminazione dell’obesità” (edito da Clichy), è il primo trattato scientifico italiano che affronta in termini scientifici, sociologici ed educativi il complesso tema della discriminazione ponderale, cioè basata sul peso delle persone.

L’obiettivo del nostro lavoro, che si situa all’interno del progetto più ampio “AppesÉ™ a 1 chilo” è quello di riconoscersi in una storia che non è la tua ma che, toccando temi universali, parli anche di te. 

 

"AppesÉ™ a 1 chilo"

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“Mangia meno, mangia meglio e fai esercizio…per stare meglio con te stessa. Fallo, per te stessa.”

Cos’è davvero necessario per il nostro benessere e quali battaglie dobbiamo combattere per riuscire ad ottenerlo? Ogni giorno siamo costretti a confrontarci con modelli di bellezza irraggiungibili e invasi dal pericoloso e subdolo messaggio mediatico che con la forza di volontà, la disciplina e l’impegno si possano ottenere i cali e le forme corporee desiderate e addirittura la salute, con la frase magica «Se vuoi… Puoi!».

“AppesÉ™ a 1 chilo” nasce grazie all’amicizia e alla stretta collaborazione con il pedagogista e scrittore fiorentino Francesco Baggiani. Il suo libro “P(r)eso di mira” – Pregiudizio e discriminazione dell’obesità, è il primo trattato scientifico italiano che affronta in termini sociologici, educativi e statistici il complesso tema della discriminazione ponderale, cioè basata sul peso delle persone. “I chili in eccesso diventano come una fedina penale sporca che cambia la percezione degli altri”, spiega Baggiani, che sottolinea come una condizione seria e complessa come l’obesità diventi troppo spesso una colpa da riversare sull’individuo, e come le cause di ciò siano attribuite all’ingordigia, alla pigrizia e alla poca cura verso la propria persona, piuttosto che all’ambiente o ai complessi meccanismi biologici di regolazione del peso corporeo, come la più recente letteratura conferma.

Scopriremo anche che se l’obesità è comunemente associata a complicanze mediche come diabete o disturbi cardiaci, la discriminazione e il pregiudizio possono addirittura influire pesantemente su carriere lavorative, curricula scolastici, benessere psicologico, amicizie, libertà di muoversi e vivere in un ambiente spesso designato solo per le persone “magre”. Molti degli effetti socialmente devastanti attribuiti all’eccesso di peso sono infatti da imputare allo stigma stesso e alle sofferenze che questa derisione provoca.

 

Con questo progetto proponiamo, di fare luce e denunciare proprio l’esistenza di questo grave fenomeno, del quale ancora la stragrande maggioranza della società è ignara ma che invece rappresenta uno dei principali motivi di sofferenza e discriminazione ancora oggi tollerata.

Noi ci esponiamo come attori e come individui in ricerca del benessere. Spogliandoci di maschere e paure, affrontiamo faccia a faccia le nostre più intime debolezze, nelle quali si specchiano migliaia di donne, uomini, bambini e adolescenti, anch’essi impegnati in questa costante ricerca. In quello specchio potremo scoprire il riflesso della nostra essenza.

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